La preeclampsia è una grave complicanza della gravidanza che oggi è possibile prevenire. Un'adeguata valutazione precoce del rischio consente una gestione appropriata ed efficace. Tuttavia, è importante sottoporsi a uno screening nel primo trimestre di gravidanza. Per saperne di più sulla prevenzione della pre-eclampsia.
Pre-eclampsia: cos’è?
La preeclampsia era chiamata in passato avvelenamento da gravidanza. Il nome deriva dal fatto che il corpo della futura madre viene “avvelenato” dalla gravidanza in corso. La preeclampsia è il risultato di una vascolarizzazione anomala durante la formazione della placenta nelle prime fasi della gravidanza. Questo, in breve, porta all’ostruzione del flusso placentare nel terzo trimestre, allo sviluppo di ipertensione nella donna incinta e ad altre complicazioni.
Pre-eclampsia – sintomi
I sintomi della pre-eclampsia comprendono:
- Pressione sanguigna >140/90 mmHg
- Proteinuria > 0,3g/24h su campione di urina
- Mal di testa
- Disturbi visivi
- Dolore allo stomaco
- Nausea
- Disturbi della coagulazione del sangue
- Flussi anomali durante l’esame ecografico
Pre-eclampsia – Diagnosi
La diagnosi di preeclampsia viene fatta sulla base dei sintomi presenti. I sintomi più comuni sono la proteinuria e l’ipertensione arteriosa. Possono anche verificarsi disturbi della crescita del feto. Inoltre, si verificano disturbi della funzione epatica e renale. Anche i parametri epatici e renali, sotto forma di aumento dei livelli di AST o ALT e della creatinina, sono anormali. Questi parametri devono essere monitorati costantemente se si sospetta una preeclampsia. È inoltre molto importante monitorare il benessere del feto, poiché la restrizione della crescita e le correnti Doppler anomale all’ecografia sono tra i criteri per la diagnosi di pre-eclampsia.
Pre-eclampsia – Trattamento
L’unico trattamento efficace per la pre-eclampsia è quello causale, cioè il parto. La decisione in merito dipende dai sintomi presenti e dalle condizioni cliniche della gestante, oltre che dal benessere del bambino. Il trattamento antipertensivo è essenziale, ma se i sintomi sono gravi è necessario interrompere la gravidanza.
Pre-eclampsia – Prevenzione
Oggi è possibile prevenire la pre-eclampsia in gravidanza. Nel primo trimestre, gli specialisti utilizzano un test composito e un’ecografia per calcolare il rischio di ipotrofia fetale e di pre-eclampsia a determinate settimane di gravidanza, nonché il rischio di anomalie cromosomiche. Se il rischio è superiore a 1:150, la donna incinta deve assumere acido acetilsalicilico alla dose di 150 mg per notte. È importante assumere questa profilassi prima della 16a settimana di gravidanza, cioè prima che la placenta e il sistema vascolare siano completamente formati. Di norma, questa integrazione viene continuata fino alla 36a settimana di gravidanza. È noto che il rischio di preeclampsia prima della 34a settimana di gravidanza diminuisce dell’80% con l’assunzione di acido acetilsalicilico.
Un altro test utile per determinare il rischio di pre-eclampsia è l’indice sFlt-1/PLGF, ovvero il fattore di crescita placentare e il recettore solubile del fattore di crescita endoteliale vascolare di tipo 1. Il loro rapporto reciproco può prevedere l’insorgenza della pre-eclampsia entro la settimana successiva. Ciò consente di fornire un’assistenza specializzata alle donne a rischio di pre-eclampsia e di prevenire i sintomi più gravi.