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Ipotrofia fetale

03.05.2023

3 min. Tempo di lettura

Durante l'esame ecografico viene determinato, tra l'altro, il peso stimato del bambino. Ciò consente al ginecologo di valutare se il feto sta crescendo in modo adeguato per l'età gestazionale. Se la crescita è limitata, si è in presenza di ipotrofia. Scoprite qual è la differenza tra ipotrofia precoce e ipotrofia tardiva e come procedere in caso di diagnosi.

Ipotrofia: che cos’è?

Durante l’esame ecografico, il ginecologo valuta, tra l’altro, la crescita del feto. Mette in relazione il peso stimato del bambino con la griglia di percentili appropriata per la rispettiva età gestazionale. Se il peso è inferiore al 10° percentile, viene diagnosticata l’ipotrofia fetale. Ciò significa che il bambino è troppo piccolo rispetto agli altri bambini della stessa settimana gestazionale.

Le abbreviazioni utilizzate per descrivere l’ipotrofia sono SGA e FGR. Si tratta di abbreviazioni per “piccolo per l’età gestazionale” e “restrizione della crescita fetale”. SGA si riferisce a un feto piccolo ma senza complicazioni o malattie della gravidanza. Di solito è associata a condizioni genetiche, cioè i genitori sono anch’essi sottopeso. La FGR, invece, è una restrizione della crescita associata a un rischio perinatale più elevato e spesso associata a complicazioni della gravidanza, ad esempio una scarsa circolazione sanguigna.

In passato l’ipotrofia veniva suddivisa in ipotrofia simmetrica e asimmetrica. Questa suddivisione è stata abbandonata a favore di una restrizione della crescita ad insorgenza precoce e tardiva. Il cut-off è all’età gestazionale di 32 settimane.

Ipotrofia – Trattamento

Le pazienti in gravidanza con diagnosi di ipotrofia richiedono visite più frequenti dal ginecologo, di solito ogni 2 settimane, per monitorare il benessere del feto. Inoltre, viene eseguita una scansione ECG con valutazione della STV (variabilità a breve termine). Le donne incinte possono essere seguite anche in speciali ambulatori per l’ipotrofia fetale annessi agli ospedali di maternità. È necessario un monitoraggio più frequente per individuare eventuali complicazioni, ad esempio sotto forma di flusso sanguigno anomalo, in tempo per interrompere la gravidanza prima. L’induzione del travaglio nell’ipotrofia fetale avviene di solito dopo 37 anni. Le pazienti con diagnosi di ipotrofia richiedono visite più frequenti dal ginecologo, di solito ogni 2 settimane, per monitorare il benessere del feto. Inoltre, viene eseguita una scansione ECG con valutazione della STV (variabilità a breve termine). Le donne incinte possono essere seguite anche in speciali ambulatori per l’ipotrofia fetale annessi agli ospedali di maternità. È necessario un monitoraggio più frequente per individuare eventuali complicazioni, ad esempio sotto forma di flusso sanguigno anomalo, in tempo per interrompere la gravidanza prima. L’induzione del travaglio nell’ipotrofia fetale avviene solitamente dopo la 37a settimana di gravidanza.

Se viene rilevata una restrizione della crescita fetale, possono essere eseguite ulteriori diagnosi nel Dipartimento di Patologia della Gravidanza, anche per i disturbi TORCH che possono causare ipotrofia. Ad alcune pazienti viene proposta anche l’amniocentesi diagnostica.

 

 

Ipotrofia – Effetti

Una complicazione comune della gravidanza con ipotrofia fetale è l’ipossia e la centralizzazione della circolazione fetale, che richiede un’interruzione più rapida della gravidanza. I segni che il bambino è a rischio possono essere osservati, ad esempio, nella registrazione KTG come tachicardia (accelerazione della frequenza cardiaca) o diminuzione della variabilità a breve termine.  L’ipotrofia aumenta anche il rischio di parto prematuro e delle sue complicazioni. Se la causa del ritardo di crescita è la malattia infettiva TORCH, il neonato può presentare altri sintomi causati dall’infezione. Dopo la nascita, i bambini con ipotrofia hanno maggiori probabilità di avere un basso livello di zuccheri nel sangue o di soffrire di distress respiratorio. Tuttavia, è importante che il neonato sia costantemente assistito da uno specialista se viene rilevato un disturbo della crescita.

 

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