Un distacco prematuro della placenta, ovvero il distacco della placenta dalla parete uterina prima del parto, è una complicazione che si verifica solitamente nella seconda metà della gravidanza. È considerata un’emergenza ostetrica, in quanto può avere conseguenze gravi e persino portare alla morte della madre o del bambino. Per questo motivo, una diagnosi rapida e un intervento medico tempestivo sono fondamentali in caso di distacco della placenta. Ma quali sono i fattori di rischio e i sintomi che caratterizzano questa pericolosa condizione?
Distacco della placenta – cause e fattori di rischio
Le principali cause di un distacco prematuro della placenta includono alterazioni nella circolazione uteroplacentare e un apporto vascolare inadeguato alla base della placenta. Fisiologicamente, la placenta si stacca solo nella terza fase del parto. Tuttavia, se si stacca prima dalla parete uterina, si parla di distacco prematuro di placenta. Nel punto di distacco si verifica un’emorragia e, poiché circa 600 ml di sangue al minuto passano attraverso la placenta, le conseguenze possono essere drammatiche. La madre può perdere molto sangue e il bambino può non ricevere più abbastanza ossigeno e nutrienti.
Un rischio maggiore di distacco di placenta si riscontra nelle donne con ipertensione. Altri fattori di rischio includono gravidanze gemellari, polidramnios (eccesso di liquido amniotico), placenta previa, cordone ombelicale corto e malformazioni dell’utero. Anche traumi addominali, come quelli causati da incidenti stradali, possono aumentare il rischio. Studi dimostrano inoltre che maggiore è l’età della donna incinta, maggiore è il rischio di distacco prematuro della placenta.
Distacco della placenta – sintomi e diagnosi
Nel 70–80% dei casi, il distacco della placenta provoca una perdita di sangue vaginale. Tuttavia, se il sangue si raccoglie tra la placenta e la parete uterina, l’emorragia può non essere visibile dall’esterno. Molte donne riferiscono dolori addominali e crampi. La diagnosi è difficile, poiché i sintomi compaiono spesso durante il travaglio e non vengono subito percepiti come pericolosi. Il distacco può portare a una carenza di ossigeno per il bambino, rilevabile tramite valori anomali nel tracciato cardiotocografico (CTG) o, nel peggiore dei casi, alla morte del feto. L’ecografia ha un’utilità limitata, poiché il sangue fuoriuscito può essere confuso con la placenta.
Complicazioni del distacco della placenta
Il distacco provoca emorragie interne o esterne. Una grave perdita di sangue può causare shock circolatorio nella madre, disturbi della coagulazione o, nel peggiore dei casi, la morte. Anche per il bambino, il distacco della placenta può avere conseguenze gravi. Più ampia è la superficie della placenta staccata, maggiore è il rischio di carenza di ossigeno. Se questa condizione persiste troppo a lungo, il bambino può morire. Se il distacco avviene prima della 37ª settimana di gravidanza, esiste anche il rischio di complicazioni da parto prematuro, come la retinopatia del prematuro, l’enterocolite necrotizzante o problemi respiratori.
Distacco della placenta – trattamento
Data la possibile gravità delle conseguenze, una diagnosi rapida e corretta del distacco di placenta è essenziale. Purtroppo, i sintomi aspecifici possono rendere difficile una diagnosi tempestiva, con conseguente ritardo nel trattamento. Nella maggior parte dei casi, le decisioni successive dipendono dallo stato di salute della madre e del bambino. Una gravidanza con distacco della placenta viene di norma conclusa con un taglio cesareo.
Distacco della placenta e prelievo del sangue del cordone ombelicale
Il distacco della placenta non rappresenta necessariamente un ostacolo al prelievo del sangue del cordone ombelicale. Tuttavia, se la vita della madre o del bambino è in pericolo, il personale medico può decidere di non effettuare il prelievo. In generale, è possibile ottenere una quantità sufficiente di sangue del cordone per raccogliere cellule staminali sia durante un parto naturale sia con un taglio cesareo.