La moderna perinatologia consente di effettuare una diagnosi accurata già all'inizio della gravidanza. I test prenatali invasivi mirano a determinare con quasi il 100% di certezza, tra le altre cose, il cariotipo del bambino e quindi se presenta o meno difetti cromosomici. Scoprite quali sono i tipi di test invasivi e quando vengono eseguiti.
Test prenatali invasivi: quando vengono eseguiti?
I test prenatali invasivi non vengono eseguiti di routine su tutte le donne in gravidanza. Il ginecologo li raccomanda in determinate situazioni. È riconosciuto che i test prenatali invasivi devono essere eseguiti se c’è un rischio elevato (>1:300) di trisomia 13/18/21 all’esame del primo trimestre. Viene eseguito anche se il medico rileva anomalie anatomiche nel bambino. Se il PAPP-A test e l’ecografia nel primo trimestre non indicano un aumento del rischio di malformazioni e il bambino cresce meno bene nelle ultime settimane di gravidanza, anche nel terzo trimestre, ad esempio, può essere suggerito un esame del cariotipo utilizzando test prenatali invasivi. In questo modo, i professionisti sanno cosa aspettarsi e il loro trattamento varierà a seconda dei risultati.
Test prenatali invasivi – tipi
Gli esami prenatali invasivi comprendono il prelievo dei villi coriali, la cordocentesi e l’amniocentesi. Si differenziano per la tempistica dell’esame, ma anche per il materiale prelevato. Nel prelievo dei villi coriali, come suggerisce il nome, si prelevano i villi coriali, nella cordocentesi si preleva il sangue dal cordone ombelicale e nell’amniocentesi si preleva il liquido amniotico. Anche le indicazioni per l’esame sono diverse. La cordocentesi viene eseguita quando si sospetta un’anemia fetale e si rileva un aumento della velocità sistolica massima dell’arteria cerebrale media. Se viene diagnosticata un’anemia, è possibile eseguire immediatamente una trasfusione post-fetale, che migliora notevolmente la prognosi. Questo perché l’anemia è solitamente dovuta a un conflitto sierologico o a un parvovirus.
Test prenatali invasivi: sono sicuri?
Il rischio di complicazioni associate ai test prenatali invasivi è attualmente stimato a meno dello 0,5%. La più pericolosa di queste complicazioni è l’aborto spontaneo o nel grembo materno. Possono verificarsi anche perdite di liquido amniotico o spotting genitale. In casi estremamente rari, il bambino viene ferito dall’ago della puntura. Tuttavia, le complicazioni dovute a test prenatali invasivi sono estremamente rare. Se questo tipo di test è necessario, è meglio scegliere un centro con esperienza nella diagnostica prenatale e uno specialista che esegue quotidianamente procedure simili.Il rischio di complicazioni associate ai test prenatali invasivi è attualmente stimato a meno dello 0,5%. La più pericolosa di queste complicazioni è l’aborto spontaneo o nel grembo materno. Possono verificarsi anche perdite di liquido amniotico o spotting genitale. In casi estremamente rari, il bambino viene ferito dall’ago della puntura. Tuttavia, le complicazioni dovute a test prenatali invasivi sono estremamente rare. Se questo tipo di test è necessario, è meglio scegliere un centro con esperienza nella diagnostica prenatale e uno specialista che esegue quotidianamente procedure simili.