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Trasfusione intrauterina

10.04.2024

2 min. Tempo di lettura

La moderna medicina fetale e materna si sta sviluppando intensamente. È possibile effettuare interventi su bambini che si trovano ancora nella cavità uterina. La trasfusione intrauterina è una di queste procedure. È un modo per trattare un conflitto sierologico o un'anemia causata da un'infezione da parvovirus. Come funziona questo trattamento?

Che cos’è una trasfusione intrauterina?

La trasfusione intrauterina è una delle procedure nel campo della perinatologia. È una procedura eseguita da specialisti in terapia fetale. Il sangue viene trasfuso nel flusso sanguigno del bambino nel grembo materno. Spesso si tratta di una procedura salvavita per il bambino. Per la procedura sono necessarie alcune indicazioni, tra cui il sospetto di anemia nel bambino. Questa può avere varie cause, ad esempio un conflitto sierologico. L’iniezione di sangue nella circolazione del bambino riduce il rischio di ulteriori complicazioni, come lo sviluppo di edema generalizzato o necrosi intrauterina.

Cosa comporta la trasfusione intrauterina?

La trasfusione intrauterina è in realtà una trasfusione di sangue. Tuttavia, si differenzia da una “normale” trasfusione di sangue per le condizioni e l’entità con cui viene effettuata. Infatti, in una trasfusione intrauterina, un prodotto sanguigno viene somministrato direttamente nella circolazione del feto, che si trova nella cavità uterina. Dopo aver disinfettato la zona, il medico che esegue la procedura perfora il vaso del cordone ombelicale con un ago sottile sotto guida ecografica e somministra il sangue appropriato, appositamente preparato, in una quantità corrispondente alla gravità dell’anemia.

Il parametro che viene monitorato in presenza di anemia è il flusso dell’arteria cerebrale media (MCA PSV). In base a questo parametro, i medici possono sospettare che il bambino stia sviluppando un’anemia e che possa richiedere una trasfusione intrauterina.

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Quando viene eseguita una trasfusione intrauterina?

Le trasfusioni intrauterine vengono effettuate più comunemente quando si sospetta un’anemia fetale o un edema generalizzato. Una causa comune di anemia del bambino in utero è un conflitto sierologico. Va ricordato che questo può verificarsi non solo in relazione ai gruppi Rh, ma anche ad altri sistemi, ad esempio Kell o Duffy. Un’altra causa di anemia è l’infezione da parvovirus B19. Si tratta di una malattia infettiva che può manifestarsi, ad esempio, nei bambini in età prescolare. È particolarmente pericolosa per i bambini nel grembo materno e provoca anemia e gonfiore. Il trattamento in questi casi è una trasfusione intrauterina.

Se necessario, la trasfusione intrauterina può essere ripetuta durante la gravidanza. Se si sospetta un’anemia fetale, la gestante deve recarsi in un centro specializzato in questo tipo di trattamento e con esperienza nella terapia fetale.

Per saperne di più: Infezione da parvovirus in gravidanza

 

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